Max Gazze L'Evo Dopo Il Medio
Il secolo passato
Tra l'aratro e la radio
Lo scibile, lo scindibile e l'atomico
Cercando in un sistema di vita
Binario lo scambio
Tutto è andato avanti
E non si è mai raggiunto
Le orbite negli occhi
Sono satellitari
Se dirottano sono guerre stellari
Lo sguardo di traverso sviluppa
Un eclissi solare
Sgranando fra le dita
E pianeti come un rosario
La storia ha sempre
Il suo risvolto la storia
Un urlo un ansia una tasca della memoria
Leggendo tra le righe la storia
Si stropiccia si impiccia
E adesso tra le righe
Ci sono solo righe
L'evo dopo il medio
È più avanti o più indietro
Sarà l'indice oppure l'anulare
Che raccorda tutta questa fatica
Come i quartieri della capitale
La prossima onda
Sarà anomala davvero
Uno sbuffo di oceano maestoso
Ed il tempo infinito è finito
Il futuro sparisce
Si semplifica la grammatica
Rendendo superfluo il domani e i finali
I piaggiatori le fervide mani
Frenetiche e farneticanti
Daranno forma ad ogni goccia di pioggia
Per l'ultimo diluvio universale
Che sia più artigianale più cosmico del primo
Quasi sesquipedale
E le cicliche bibliche piogge
Saranno scoli di grondaia e spruzzi
Ad un tratto che vuol dire
Un bozzetto schizzato
O un improvviso e inatteso momento?
Ad un tratto tutto appare più chiaro
Ad un tratto tutto quanto scompare
E piovono plin plin
Le ultime gocce
L'evo dopo il medio
Cerca colo il rimedio
Per le inutili ed incaute previsioni
Metereologiche sempre le croniche
Allucinazioni
Le uniche a pervenire
Sono le temperature
Non si sa più come vestire
L'aratro e la radio l'atomo e lo stadio
La sconfitta la gloria la morale la storia
Galleggiato attonite e perse
Ed alquanto sommerse
I piaggiatori le fervide mani
Esauste ed estenuanti
Contenti del loro lavoro
Si vanno finalmente a riposare
Qualcosa rimane?
Che cosa rimane?
Rimane da fare che cosa?
Cosa?
Si asciugano bene le mani
Innaffiando una rosa
Innaffiando una rosa
Innaffiando una rosa